AS HIMSELF
- the Rob's
- Roma, Italy
- He was born in a lazy tuesday.Just purple flowers around his cradle.Silence and purple flowers.The ancient Fathers whisper their secrets in his ears, before he went away, stolen by the wind, blessed by the moon."You are a travelling man" they said him.The roads of his life were just placed in the other side of our world, but when he became a man he felt the emptiness of the desert,and the acrid smell of the asphalt from the streets of the unknown. So he began writing poetry, singing against the night walls, searching for his home, taking his bag. He was a travelling man. And that's just a chosen destiny tale.
martedì 29 aprile 2008
Pensieri pendolari
Una volta, quando avevo, insomma, ero davvero piccolo, uno dei pochi ricordi che ancora ho di quell'età...
L'uomo nero nascosto nel gatto francese dagli occhi gialli mi fissava imperterrito, mentre dalla mia camera mi spostavo lentamente verso il bagno, quando ad un tratto...
A San Francisco la gente porta i capelli lunghi e gli scrittori bevono porto bianco, parlando di poesie e delle calde insenature delle cosce delle donne, fino a che il mattino...
Il mio primo bacio è stato come in un libro, c'era la luna piena, il blu, le stelle, un prato all'inglese tagliato e leggermente bagnato dall'umidità notturna, purtroppo...
Il mio primo libro è stato come un bacio, non vorresti smettere, poi ti dispiace, ti senti in estasi e ne vorresti ancora, ma...
A sette anni comprammo delle marionette di legno, io le adoravo e parlavo di loro al mio pubblico trasparente, fu proprio allora che...
Negli anni '70 occuparono la facoltà di Economia a Roma e la gente dentro fu sequestrata, ma questa storia non la racconta nessuno perchè...
In prigionia mangiavo le bucce di patate e tenevo un diario, se guardi nel secondo cassetto...
Ieri sera ho mangiato una delle cose più sfiziose che possano mai essere state cucinate per un aperitivo: bucce di patate fritte, hanno un sapore di...
La mia generazione farà la rivoluzione e io vedrò i miei figli con gli occhi giovani e il mondo cambiato, e sarà quello il momento di gridare...
In Russia incontrai mio fratello, sul fiume Don, avevo venti anni e quelli che mi regalava erano i miei nuovi...
A New York c'è un grande fervore artistico, specie nel quartiere di Brooklin, se potessi venire questa estate ti...
Quando vidi per la prima volta Brooklyn pensai che non avrei più rivisto la mia Sila, e così presi in mano la mia valigia e in braccio mio figlio, il più piccolo, e mi diressi...
Quell'estate mi sentivo una divinità graca, quell'estate entrai dentro di lei e sentiii quell'urlo silenzioso, piacevole ed ero diventato...
L'inverno del primo anno di università volevo piangere così tanto, che non lo feci mai, fu la pioggia a...
Una volta vidi Babbo Natale alla porta della casa di mia nonna, piansi per un'ora di fila, quella maschera...
La prima volta che mi travestii da Babbo natale ero così orgoglioso di far ridere mio cugino che dimenticai di non aver ricevuto alcun regalo, ma del resto...
Del resto è così che i pensieri si incontrano, mentre un vecchio perde la memoria e gli sfuggono via, mentre una coppia si ama e se li trasmette, mentre un bambino nasce e li afferra in una mano. E' così che i pensieri volano via, soffiati su un fiore, nel vento, nel mare, la luna che splende ed un poeta che li ruba, scrivendoli nel buio di una stazione, in attesa del treno dei primi pendolari.
lunedì 14 aprile 2008
Into The Wild - Hard Sun
When I walk beside her
i am the better man
when I look to leave her
I always stagger back again
once I built an ivory tower
so I could worship from above
and when I climbed down to be set free
she took me in again
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
when she comes to greet me
she is mercy at my feet
when I see her pin her charm
she just throws it back again
once I sought an early grave
to find a better land
she just smiled and laughed at me
and took her blues back again
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
when I go to cross that river
she is comfort by my side
when I try to understand
she just opens up her eyes
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
once I stood to lose her
when I saw what I had done
bound down and flew away the hours
of her garden and her sun
so I tried to warn her
i'll turn to see her weep
40 days and 40 nights
and it's still coming down on me
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
there's a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world
[Eddie Vedder]
Speriamo bene.
domenica 6 aprile 2008
Lost in La Mancha
i love a stupid poem of life
run away and spend your time,
honey, i'm a selfish fire
I adore your night caress,
so i write foolish letters,
and i know i'm not fearless,
honey, i fight windmills
I dont' know what about this time,
this is my La Mancha,
i hope you'll say goodbye,
i swear i'm a good guy
Riding this silent land
i met a old writer song
whispering purple sand,
it stole my mother tongue
Honey, you're my Dulcinea
but i embrace the open field
and a mistake is what i feel,
i cry, i smile, listen to my plea
I dont' know what about this time,
this is my La Mancha,
i hope you'll say goodbye,
i was a sincere good guy
My name is El Quijote,
but now i miss my mind,
i'm lookin' for your pain,
i only hear the wind,
And a song getting me sane
properly getting me fine
awfully kissing a love crime,
the lips of a perfect bad guy
sabato 5 aprile 2008
And try your pulse
And captured
What seemed all unknowing and candid
But they suspected it was false
She's playful, the boring would warn you 'be careful'
Of her brigade
In order
To tame this relentless marauder
And move away from the parade
And she was walking on the tables in the glass house
Endearingly bedraggled in the wind
Subtle in her method of seduction
Twenty little tragedies begin
And she would throw her feather boa in the road
If she thought that it would set the scene
Unfittingly dipped into your companions ?
Enlightened them to make you see
And there's affection to rent
The age of the understatement
Before the attraction ferments
Kiss me properly and pull me apart
Affection to rent
The age of the understatement
Before this attraction ferments
Kiss me properly and pull me apart
Oh Oooooooooh
And my fingers scratch at my hair
Before my mind can get too reckless
The idea of seeing you here
Is enough to make the sweat go cold.
venerdì 4 aprile 2008
La Legge dell'Uomo
Correva ad ogni modo.
E lo inseguivano, lo sapeva.
Rumori di sterpaglie rotte, rami spezzati, sassolini che schizzano al passaggio del peso delle scarpe e si infrangono, piccoli proiettili, sul tronco degli alberi, sulle foglie.
Respiro affannato, un silenzio simulato, ma che è inutile quando si corre, tanto più quando si è terrorizzati. I crepitii notturni, dentro quel bosco si moltiplicavano, le scarpe diventavano innumerevoli, tenebre lunghe si allungavano, ramificandosi in immagini distorte di dita che adocchiano, le voci sussurravano diverse, si davano indicazioni, segnali, avvertimenti, in conclusione, sostegno feroce, ferino, predatore.
Lo inseguivano, ad ogni modo.
E lui correva, lo sapevano.
Non sarebbero andati troppo lontano, le corse devono finire prima o poi: questo principio era ben in mente a tutte e due le compagini, come lo è nella natura primitiva dell'uomo.
Una cittadina della Bretagna, case basse, colori soffici, tenui all'imbrunire, strade strette, dinoccolate, diversi spessori e rilievi delle pietre che lastricavano la pavimentazione.
Correre, questo importa,non guardare tutt'intorno il paesaggio.
Le finestre colorate di nero, di verde, di rosso si riunivano in un colore che, al crepuscolo, diventava una tavolozza uniforme, descrivendo un percorso studiato a tavolino proprio per quella sera: una strada senza vicoli, da cui l'unico modo di uscire era la fuga sudata, guardandosi intorno.
Battere di mattonelle, no, scontrarsi di tegole, il rumore vuoto della ceramica che si bacia sui tetti antichi di quel villaggio.
Correvano sul tetto loro, gli inseguitori.
Dall'alto del cielo potevano seguirsi bene i movimenti rapidi, veloci, a scatti, di quelle ombre, cinti di larghi mantelli, tutti neri, loro neri, fugaci pezzi d'oscurità che saltellavano sopra le case, fissando i loro occhi, perennemente illuminati sulla preda ormai sfiancata.
Aumentavano le ombre, ma non scendevano in strada, corteggiavano il percorso della lor vittima, riunendosi, sempre più numerosi e soffocanti, emergendo dalle strade laterali e aggrappandosi alle grondaie per una adunata frettolosa e sopra i piccoli edifici.
Poi venne, come spesso accade con le strade, la fine di quella via.
Il dirupo era scosceso, straripava di rocce aguzze, figlie di un erosione del tempo che, mai, lascia doma la natura e sprovvista dei suoi aculei per difendersi dagli uomini. Il mare tergeva rovente e folle i suoi scogli, amoreggiando con essi con truce, primordiale erotismo, schiuma su terra, roccia nel mare, sbattendo le sue braccia di onde sul seno florido di una montagna ancora soda.
E lo sapevano le due compagini, s'era già detto, prima o poi occorre fermarsi.
E così fecero, prima la preda, poi l'inseguitore.
Ferma sullo scoglio la triste vittima umana di una commedia divina fatta di eventi naturali che si abbattono gli uni sugli altri, ansimava, ormai vivacemente, le ultime esalazioni della sua vita supposta.
Fermi e concentrandosi in una unica macchia, gli arcigni inseguitori, assassini, vampiri, ancestrali mostrosità deformi delle venature della tenebra, aspettavano, senza fiatare, la decisione fatale del loro obiettivo, il decreto sancito di farsi sbranare.
Dilaniare.
La morte.
Una macchia che sempre più stringendosi diveniva nera, di un nero che si amplia e ricopre.
Ammazzare.
La notte.
Il nulla.
Un cimitero, le lapidi in terra, una terra coperta da fili d'erba verde brillante, ma, al contempo, scuro, opaco, nebuloso. Angeli della morte a proteggere, nella loro consistenza marmorea, le vite spente dei cari di altre persone persone lontane da quel luogo.
La preda si aggira silenziosa tra quelle tombe, gravi, lucenti, nel buio della notte finita o del mattino che comincia, mentre riflessi di luce danno le sembianze distorte di ringhiere usurate e cadenti, piegate, ricurve, odiosamente tetre e inquietanti, paurose.
Voci sotterranee, voci nell'aria, voci che sospirano, pianti tremendi di una follia triste che, quando arriva l'ora di dormire non ha chi gli racconti favole e allora, dissennata irrealtà, diventa la pazzia di un inseguitore.
Ma ora nessuno insegue, perchè nessuno ha da correre.
Tutto tace.
Grilli tra le piante e i crisantemi.
Riflessi violacei da lontano, la vittima si appresta verso l'indicazione sicura di quella luce e di fronte a sè, nel bel mezzo i un cimitero, la grande piramide, ma i trovata, di tutti i segreti dell'Egitto, ricettacolo dei misteri, delle malattie, del crogiolo orrido e nero del Male, origine sconsacrata della natura umana.
Canti rituali.
Litanie.
Lamenti.
Urla.
Tutto è rallentato, la preda entra di scatto, senza capire, vuole evitare la sorveglianza di due vampiri e di due uomini con la testa di falco. Entra dentro, nei cunicoli di solidi e grandi mattoni, la luce violacea si perde nei riflessi giallognoli e rossi della sala centrale.
Un grande spazio, profondo, una fornace al centro, per terra, una loggia carica di mostri, vampiri, divinità dell'oblio che guarda compiaciuta
Su una pedana un guaritore, uno sciamano, un prete, un adoratore del demonio insieme predicano sul corpo lieve d'un ragazzo.
Una preda.
Poi un tremendo sacerdote gli agguanta il cuore, strappa le carni, fiocca sangue dai flutti interiori, un urlo straziante, risate, lamenti, orrido colare, un grido di dolore che si distorce lancinante nell'aria vuota, il corpo si contrare, risale su stesso, poi cade, creolla, si paralizza, si fa dritto, poi floscio e cade, come spezzato, ricadendo agli arti fuori dall'altare sacrificale.
Il sacerdote ha in mano un cuore che pompa, alza lo sguardo, è cieco.
Fissa la nuova preda, incauta è voluta entrare nel tempio della sua morte.
Per un attimo il vuoto nero delle orbite si fa pupilla di luce e lo guarda, lo indica.
Tutti fanno silenzio, lo guardano lo indicano.
Lui corre, ma prima o poi dovrà fermarsi. è la legge dell'uomo.