AS HIMSELF

La mia foto
Roma, Italy
He was born in a lazy tuesday.Just purple flowers around his cradle.Silence and purple flowers.The ancient Fathers whisper their secrets in his ears, before he went away, stolen by the wind, blessed by the moon."You are a travelling man" they said him.The roads of his life were just placed in the other side of our world, but when he became a man he felt the emptiness of the desert,and the acrid smell of the asphalt from the streets of the unknown. So he began writing poetry, singing against the night walls, searching for his home, taking his bag. He was a travelling man. And that's just a chosen destiny tale.

sabato 22 novembre 2008

Novembre

Marzo è primavera,
l'aria fresca della mattina
marzo è la pioggia sul naso,
il sorriso e una nuova speranza
marzo è Almost blue,
fiati di fumo e calze leggere,
marzo è la strada,
inebriati di foglie e vecchi profumi,
mi guardo allo specchio,
marzo è aggiustarsi i capelli
e tenerli ben spettinati
una lacrima scende le rughe,
adagio di dita sul piano,
in fondo sono solo un novembre
ancora c'è vita per me,
novembre.

martedì 11 novembre 2008

E Lo Chiamate Spleen

Tiravo su la rete dal Lete
e vi trovai impigliate
lattine di Cola e sogni fradici,
così presi del buon sidro
inalando per le narici sogni e bugie.

Vidi la testa di rapa dell'Universo,
librerie per la prima colazione,
professori, servi, persone ed amori,
piansi davvero, ma solo per sogno
davanti a una tazza di tè caldo,
e lo chiamate spleen...

Io odio il tè caldo,
specie d'estate,
sorseggiandolo come se fosse d'inverno,
chi la vuole la neve d'estate:
solo chi vuole l'amore in eterno,

Ma io soffro e piango ritengo,
piango dentro sui fogli e sul pane,
della tristezza che soffia da fuori,
da fori, buchi, escrescenze,
gli spifferi di vento che tagliano il cuore,
e lo chiamate spleen...

Io odio i raffreddori,
specie d'estate,
soffiandosi il naso come se si avesse da fare,
chi vuole sporcarsi il fazzoletto dei suoi peccati:
solo chi ha il muco nero,
mitralico assens(zi)o

Io rido e sbatto i pugni ripenso,
le nocche viola di febbre e di sale,
della violenza che turbina o muori,
d'amori, di luoghi, piccole essenze
i vuoti d'aria che cuciono gli atri,
e lo chiamano spleen...

Io odio le vertigini,
specie quando devo saltare,
perdendomi nell'aria, non voglio volare!
chi vuole il mio sangue sulle sue mani:
solo i muri, losanghe che non hanno parole.

Io tremo e digrigno i denti, per ore,
ho paura del freddo, degli occhi, del colore del mare,
dell'innocenza che sgozzi o ti tieni,
domani, noi pochi, bagnati e malati,
vuoti d'ira che spaccano i patii,
e lo chiamano spleen...

Io odio il freddo,
specie d'inverno,
stringendosi il petto come se s'avesse d'amare,
chi vuole i miei occhi che guardano il mare:
il morbo di un folle che deve tacere...

E lo chiamate spleen!

Tutti vorrebbero solo parlare,
tutti vorrebbero dire che dire,
va bene, e sia
venite bambini,
vi insegno un bel gioco,
lo chiameremo spleen.

mercoledì 5 novembre 2008

Itaca


Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopio la furia di Nettuno non temere,
non sara' questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti
- finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta;
piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta' egizie
impara una quantita' di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
-raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra' deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia' tu avrai capito cio' che Itaca vuole significare.

[Costantino Kavafis]

lunedì 3 novembre 2008

Il Re delle Zucche è in Ferie a Tahiti

Nicotina esce dagli occhi,
uscite di sicurezza e pan di zenzero,
la grande mostra artistica,
un maiale ritratto
- Nuova democrazia - c'è scritto

Seri intelletuali odierni,
hipster freddi del nuovo millennio
politicamente vestiti di nero
parlano correttamente di politica,
acuti Marx d'alta moda.

Serioso riserbo di lunghe boccate,
languidi saluti e capelli intellettuali,
niente pop corn per il re delle zucche,
solo calici ammaestrati
e gesti affettati di giovani ombrelli-Sartre.

L'uomo-artista-lettore-quadrophoenia
in modo intollerante elogia la sua diversità,
mentre guardo uno strano quadro-albero
che simboleggia un mondo elitario?

Il re delle zucche finalmente si trova dove vuole
nella dirigenza delle menti,
nel salotto bene di chi si pensa pensante,
ma riconosce solo il vino rosso.

Occhiali spessi neri,
giacca spessa nera,
ricci spessi neri,
il lettore prepara la voce
- Aspettando la Rivoluzione-
lui dice...

Intanto io distendo le gambe sulla sedia di quello davanti

Il re delle zucche è un pò spaventato,
e dal rosso è passato al bianco
e al mais arrostito.

Il lettore muove le mani,
canta nenie di palle di bue,
non capisco queste poesie,
perchè legge per suo conto
le parole di un altro
che scriveva nel mondo.

Gli intellettuali sono ben seduti,
tutti di nero vestiti,
tutti sopra le righe
spicca qualche infedele grigiastro,
gli altri sono tutti dietro le file di sedie,
è un concerto per pochi perfetti.

Il re ha una giacca verde e una camicia gialla,
siede verso la fine, bevendo e sudando,
guarda perplesso il pittore-cronometro
che svolazza col pennello e strappa le tele,
è un concetto con molti difetti.

Si spera alla fine non donino confetti d'alluminio
o pillole di saggezza,
intanto il lettore filastrocca convinto
e il re ormai è stizzito:

- vaffanculo il lettore- io dico

Trilla qualcosa:
- Pronto?No, il re delle zucche è in ferie a Tahiti
e non può rispondere al cellulare-
Cosa dicevo? Ah sì.
Fanculo il lettore,
esimi colleghi.

sabato 1 novembre 2008

Un Musicale Addio - II Movimento

E saranno i tamburi della storia
a battere degli uomini il desìo
a caracollare sotto gli eserciti
che, di mano ferma,
scriveranno spartiti, quadri e fogli,
tuonando come Thor tuona
battendo martelli sulla terra,
Midgard che ci compete
più di quanto s'attenda
il seorpente del Mondo.
Mentre orde di ombre di Goti
s'allinenano sotto l'ultima cattedrale
mentre il cielo si tinge di sangue
e ritorna a ciò che Mosè impose,
ritorna tutt'uno col mare,
l'oceano-cielo che sussurra
un fatale segreto:
- Basta un tuo fulmine -
e musicheremo il bene dal male,
scintille d'ozono a portar via.