- Ecco è questo il posto.- disse Alex
- È fantastico.- fece Pete guardandosi intorno.
- Già.-
Così, ancora una volta, dopo tanti mesi, rivedeva il mare. I capelli neri nel vento e gli occhi puliti. Il suo mare: quello dell’infanzia, quello delle prime ragazze, quello delle ore solitarie a guardarsi con l’orizzonte, quello triste burrasca, calma e calura, dei lunghi pomeriggi passati solo a scrivere.
Fermi sul davanzale che sovrastava dall’alto la riva, Alex e Pete s’erano seduti sulle lunghe lastre bianche che davano la panoramica della spiaggia. Spiaggia di fine inverno: il mare, ancora infreddolito che va a ritirarsi, portando i suoi flutti silenziosi via dalla terra, a largo, dove le rocce non possono ascoltare, sepolte da masse d’acqua insonorizzata.
Le rocce ancora, dure e spigolose, testimoni antiche dell’antichità romana, di cui residuano rovine fastose e minuscoli sassi che, dolcemente, intaccano la naturalezza del paesaggio e corrono, circondando la serenità di questa lingua di terra, fino ad un punto ove roccia e uomo si incontrano in un sistema di grotte, scavate dall’acqua e da braccia di schiavi uccisi dalla storia.
Proprio lì, su quel crinale di pietra…
- Il sole al tramonto va a morire e si porta dietro tutte le nuvole…-
Pete non parla e sta ad ascoltare, gli occhi chiusi a fessura dal sole e dalla concentrazione.
-…non so per quale legge naturale, ma sembra quel monte sembra risucchiare dietro di sé tutto quanto il cielo, ed è uno spettacolo che non appartiene a questa terra.-
- Sì, succede quando il sole tramonta.- osserva Pete.
No, non succede: è la poesia del creato che non capiamo, ma copiamo e ci sfugge di continuo. È solo lei, lì, da secoli, ed è solo lì che accade, in quel punto unico in tutto il mondo. Questo passava per la testa di Alex.
Se solo potessi donare quello che ho visto nei vecchi tramonti della mia adolescenza, sospirò silenzioso Alex, sorridendo a quelle due fessure che guardavano intente il riflesso sparpagliato della luce sulle onde.
È tutti lì il mio coraggio di scrivere: nei tramonti del sole sul mare, nelle ombre e nei colori che crea, nei miei occhi ancora avidi di visioni, mentre il cuore è ferito dal senso di un mondo che sempre più si rende notturno. Ancora altri pensieri in quella piccola testa, sparpagliata dalla brezza marina.
Dei bambini stavano giocando a rincorrersi, proprio sotto il davanzale dove, ormai, Alex s’era poggiato con le braccia conserte, mentre Pete già dondolava, i piedi nel vuoto, sedendovi sopra:
- Sembra un quadro – dice
- Sì, lo sembra-
E così inizia una fitta discussione sul mare. Sul mare, vi dico.
Si può discutere sul mare?
- Queste cose che mi dici mi ricordano proprio un libro…- esordisce Pete
Avete voi mai parlato di mare? quello vero che si infrange nell’anima, non quello blu…
- Ma non so che dirti non l’ho letto questo.- riprende divertito Alex
Si parlava proprio di mare? Credo proprio di sì: giovani dei della mattina e del sole, a trattare di quell’elemento che sfida e che attrae, in ogni momento, nell’inconsapevolezza di esserne parte ed infinito blu liquido che si riversa.
Questo è il duello chiaro e preciso, il guanto lanciato, è la rivoluzione tanto amata da Alex che s’abbatte sugli scogli e prende la forma di libri letti e idee cresciute nell’isolamento obbligato dalla comprensione comune.
Anche Pete era un giovane scrittore, proprio come Alex:
- E quando finirai il tuo libro?- chiese Pete
- Non lo so, coi miei ritmi forse mai, ma ho tante cose in testa da voler scrivere. E te?-
Il silenzio di chi non ama rispondere perché se lo tiene nel suo forziere, mica per altro. Alex si girò verso l’adorato mare:
- Siamo proprio tutti bravi, noi, gente che scrive, ad appuntare i sentimenti dell’animo e poi a non capirci nulla a parole parlate. Ci nascondiamo dietro le lettere dell’alfabeto e ce ne raccontiamo di belle…-
- Già.- sorrise Pete, stringendosi nelle spalle.
- Ma poi che seguito diamo ai nostri moti interni se tutto finisce in un claustrofobico murismo?-
Silenzio. Non che Alex sapesse la risposta:
- Dimmelo tu – indicò verso Pete, poi tese le braccia sul davanzale ed gridò: -Ditemelo voi…-
Poi con fare lento e cadenzato fece una smorfia di perplessità e guardò Pete: -…io so solo scrivere.-
È questo il limite estremo della sincerità solitaria in un giorno del mare d’inverno?
Quale limite chiedete, spiriti soggiogatori della brezza tra gli alberi?
Il limite di lasciar perdere l’idea che più si è in tanti più ci si sente soli, il limite che ci divide dal sogno del sentire.
La distanza tra una solitudine e l’altra, pensò Alex.
Il sogno del sentire non è solo giorni passati a scrivere, a leggere, ad ammirare le grandi trasfigurazioni delle immagini nella mente; è bambini mentali, fanciulli marini ad inseguirsi le mani, sono gloriose gesta passate, vive in resti di ville e porti nella valle dell’epopea dell’uomo, sono i riflussi del cielo dietro una qualsiasi montagna della terra.
Il sogno del sentire è scoprire nell’altro un sentire, simile e così facilmente diverso, da condividere obbligatoriamente, così da rasserenare quella lotta che travolgerà il futuro su rotaie di marmo, creandone uno ove si possa, semplicemente, lo ripeto ancora, errori letterari di monotonia, sentire.
Questo sogno taglia il righello tra la distanza di una solitudine e l’altra, occhi luminosi fantasticanti di Alex.
Ed in questo tumulto interiore che scuoteva la tranquillità della giornata, Alex la fece finita coi suoi pensieri, ridendo fiero al mare, del mare.
Così accadde che, in una conversazione di onde, libri, scrittori e ricordi non poteva che uscir fuori il nome di Moby Dick.
Che grande battaglia fu quella!
AS HIMSELF
- the Rob's
- Roma, Italy
- He was born in a lazy tuesday.Just purple flowers around his cradle.Silence and purple flowers.The ancient Fathers whisper their secrets in his ears, before he went away, stolen by the wind, blessed by the moon."You are a travelling man" they said him.The roads of his life were just placed in the other side of our world, but when he became a man he felt the emptiness of the desert,and the acrid smell of the asphalt from the streets of the unknown. So he began writing poetry, singing against the night walls, searching for his home, taking his bag. He was a travelling man. And that's just a chosen destiny tale.
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