1.TAMBURI DI GUERRA
I sound my barbaric yawp over the roofs of the world
poetava, sperava, annunciava, proponeva, il vecchio W.W. (Walt Whitman) in Leaves of Grass, parlando di se stesso, del mondo, di ciò che non c'è (oppure non essendoci c'è) sopra la nostra Terra, della placidità degli animali. La conclusione della sua canzone su se stesso è che l'urlo barbarico sarà contro la disillusione, la solitudine, la comprensione sopra i tetti del mondo, per scuoterlo e scuotersi dall'imperante torpore. Il grido sugli altri e sulle cose che ad essi si legano, appartengono, in cui vivono, è la distinzione rispetto all'anonimato.
E' molto strano: ho letto questa piccola citazione di W.W. su un blog di un ottimo scrittore.
Voi, mi domanderete, perchè è strano trovare una citazione di uno scrittore sul blog di uno scrittore?
Semplicemente perchè c'è quel termine che, ormai da tre giorni, sembra portarsi indietro tutta la mia vita, dandole nuove rivelazioni: barbaric.
Ovunque vada, incontro qualcosa di barbarico, delle sensazioni di un'invasione, le percezioni di un nuovo stato di essenze che sta crollando sulla vecchia fortezza, sul Regno. Ho l'impressione che si stia sostanziando con varie sfaccettature il mio sentore di tamburi di guerra in lontanaza.
Ma questa era la terza rivelazione, pertanto, cominciamo dall'inizio.
Tutto è cominciato giovedì, dopo un esame andato male: aspettando il mio amico che finisse il suo esame, ho assistito al monologo finale di uno degli ultimi esemplari tipici del vecchio mondo che sta per essere divorato: il professore universitario.
L'argomento? La civiltà di massa. Ipotesi: oggi tutto è di massa, nulla è elitario, o meglio, nulla è distintivo, tutto ricade nel pentolone dove qualche saggia strega, sciamana dell'orda che sta per arrivare, mescola la nostra cultura fondamentale, sciogliendola in soluzioni nuove. Svolgimento: per questo io cerco di interrogarvi uno per uno, per sentire il polso delle vostre conoscenze. Osservazioni: la tesi del prof è molto interessante, gentile, se si vuole, ma è il metodo che è vecchio, apprendere nozioni pressochè in maniera mnemonica. Conclusione: Questo non si confà alla nuova cultura, al confronto, alla dialettica che ci vede in questo momento di passaggio, in cui un farraginoso modo di fare, gerarchico, burocratico si trova a dover affrontare un sistema veloce, rapido, senza molte regole di base, ma con grande pretesa di condivisione e sostituzione. Un mondo barbarico che s'addensa alle porte del Regno.
La seconda rivelazione arriva lo stesso giorno, poche ore dopo, in libreria, dove per dei semi-barbari come me, ancora accadono molte cose sante. Sfogliando i vari volumi e volumetti, mi ritrovo in mano un breve saggio di Baricco, intitolato proprio "I Barbari", che affronta una analisi approfondita dell'invasione che pervade il nostro mondo: la diffusione del prodotto per tutti, la commercializzazione elevata a sistema, la perdita dell'anima, confrontando questo modo di fare non nell'ottica degli assediati, ma bensì degli assedianti, cercando di capirne le motivazioni, le prospettive, tentando di creare dei precedenti con le "barbarie" del passato, tra cui, sorprendentemente, compare la Nona Sinfonia di un certo Beethoven, un barbaro del suo tempo, una ara sacrissima della nostra civiltà presa d'assalto.
Tre Rivelazioni, tre volte la barbarie in tre angolature diverse: gli occhi dei funzionari del Regno, gli occhi dell'Orda, gli occhi di chi, come me, vive a cavallo tra oggi e domani e odia tante nuove barbarie, mentre, anche, inconsapevolmente ne accetta e sfrutta molte altre.
Tesi: tra il regno e i barbari vive una generazione di mezzo, uno spartiacque, così insignificante all'apparenza quanto fondamentale nel suo esistere. Chiamerò questa mia generazione, la [H](a)[u]ngry Generatione, affamata ed arrabbiata, leggermente annoiata: si tratta di coloro che guardano "Amici", leggono Dante, ma non sanno usare il PC, tuttavia creano blog e chattano su MSN, pure se preferiscono scrivere in italiano senza "Ke" o "qlc" e "cmq" vari e se vogliono sapere qualcosa ricercano su Google. E' da essa che dipenderà l'impatto dell'orda, è da essa che dipenderà la reazione uguale e contraria del regno poichè questo sparuto grumo di persone è l'unico che oggi avverte i tamburi di Guerra.
Questo sarà il mio barbaric yawp over the roofs of the world. Nella prossima puntata "Venga il tuo Regno", o perchè se Gengis Khan fosse nato oggi guarderebbe il Grande Fratello.
AS HIMSELF
- the Rob's
- Roma, Italy
- He was born in a lazy tuesday.Just purple flowers around his cradle.Silence and purple flowers.The ancient Fathers whisper their secrets in his ears, before he went away, stolen by the wind, blessed by the moon."You are a travelling man" they said him.The roads of his life were just placed in the other side of our world, but when he became a man he felt the emptiness of the desert,and the acrid smell of the asphalt from the streets of the unknown. So he began writing poetry, singing against the night walls, searching for his home, taking his bag. He was a travelling man. And that's just a chosen destiny tale.
venerdì 16 maggio 2008
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