AS HIMSELF

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Roma, Italy
He was born in a lazy tuesday.Just purple flowers around his cradle.Silence and purple flowers.The ancient Fathers whisper their secrets in his ears, before he went away, stolen by the wind, blessed by the moon."You are a travelling man" they said him.The roads of his life were just placed in the other side of our world, but when he became a man he felt the emptiness of the desert,and the acrid smell of the asphalt from the streets of the unknown. So he began writing poetry, singing against the night walls, searching for his home, taking his bag. He was a travelling man. And that's just a chosen destiny tale.

lunedì 19 maggio 2008

2. Venga il Tuo Regno

Il secondo capitolo riguarda la civiltà dominante, il castello, i nobili, il popolo, la bandiera issata sulla torre più alta, l'opulenza imperiale.
Il secondo capitolo riguarda il Regno, i darwiniani dominatori di cui siamo semplici figli ed eredi.
Se avessimo dovuto scattare un'istantanea del Regno otto anni fa, l'avremmo visto dorato, lucente, vincente, un sorriso di smacco e fascino che attraversava il mondo all'apice del suo splendore. Era l'Impero, era Alessandro magno che entrava a Babilonia.
Nel giro di un anno tutto era cambiato, ma otto anni dopo, questa patina luccicante sembra essere svanita, coriandoli a terra, ruggine, vestiti stracciati, come quando una nuvola copre il sole d'estate e i colori si rimestano su loro stessi, opacizzandosi, divenendo sempre più densi di ombra. L'Impero è tornato Regno. E' una Minas Tirith della nostra realtà, che si sta preparando. E' Alessandro Magno che si ritira dall'India.
Pertanto, è da questa impressione che voglio partire per descrivere lo stato vigente, descriverlo, delinearlo, disegnarlo, non commentare, se non involontarimante. Il concetto è breve e compatto come la sua enunciazione già, di per sè, eloquentemente ci comunica: limite.
Limite è circoscrizione dell'espansione, è punto alla fine di una frase, è confine geografico, divisione metafisica, capienza massima del sapere come memoria massima di un hard disk.
Pensando con una certa leggerezza, il concetto di limite è qualcosa che profondamente ci appartiene e che sempre poniamo come misura fondamentale del nostro prendere cognizione, del nostro osservare, analizzare, verificare, comprovare.
Poniamo un limite sin dalla storia più antiche, nel momento stesso in cui poniamo il mito nella natura, e, quindi, spieghiamo sbarrandone le possibilità, cioò che non possiamo comprendere con i nostri strumenti umani. Nonostante l'evoluzione (attenti a questa parola che troverà oltre ampio spazio) che ci ha assecondati in questi millenni, abbiamo avanzato di poco il nostro vallo verso l'oltre. A dire, che oggi la popolazione media è più alta, allora alziamo i tetti delle case, poco importa guardare le stelle.
Ma ho detto proprio "guardare le stelle"! Già, e fortuitamente è proprio qui che volevo arrivare, alle stelle. Perchè associamo determinati immagini a determinati sentimenti? quale è la regola che permette questo?
Nell'antichità la fenomenica, l'entità naturale era associata al divino, al mito. Nelle grandi religioni monoteistiche tutto è dio, perchè dio è tutto, in particolare poi, nella religione cristiana Dio è Amore. Rimanete con questa idea dell'associazione all'entità Dio, del fenomeno Amore. Torneremo dopo un brevissimo intermezzo culturale.
Nell'ambito della storia culturale dell'uomo (occidentale aggiungerei) si sovrappongono vari filoni, correnti artistiche che, cominciando dall'Umanesimo iniziano a dissociare l'uomo dalla religione, dalla sfera divina, focalizzandosi su di esso. Per quel che riguarda il Regno, l'Umanesimo è il solco che Romolo fece per disegnare la città di Roma.
Molto tempo dopo comparirono Illuminismo e Romanticismo, la ragione e i sentimenti: sostanzialmente, la struttura che oggi tutti riconosciamoa quel particolare animale che definiamo uomo. Come noterete, se non fosse nato uno studio che avesse focalizzato sulla persona, come essere degno di autonomo spazio e non solo di essere nota a margine della lunga definizione riportata sotto la parola Dio, Allah, Vishnu e similari, non avremmo poi ingenerato quel meccanismo, tipico del metodo scientifico di ramificare e analizzare. Così dal filone unitario, l'uomo. si scinde la ragione prima e, poi, arrivano i sentimenti, inconsciamente sciorinati con lo stesso cipiglio scientifico delle menti illuminate. Da allora, con una certa cadenza, cambiando alcune piccoli variabili, ci siamo barcamenati dal Positivismo all'Esistenzialismo, alternando la predominanza di queste due caratteristiche umane.
E' molto semplice e semplicistico favoleggiare in questa maniera secoli di sapere, ma voglio dare un quadro e, l'ho premesso, buttar giù un saggio non scientifico e ancor meno convenzionale.
Insomma, approdiamo a questa considerazione: il Regno si basa sul concetto che l'uomo esiste e va indagato, perchè l'uomo è limitato. Il capisaldo fermo, forte, sicuro, le mura aureliane di questa città sono fatte di mattoni su cui è scritto: c'è l'uomo, la natura e Dio; e di stendardi su cui in caratteri latini, medievali, gotici, vittoriani e quant'altro si riporta: ogni cosa è unita e separata.
E' questa la rivelazione stupenda che i nostri avi ci hanno messo in testa e volendo tornare allo scrittore (Baricco) che scrive dei barbari, cercando di capirli, lui mi trova d'accordo nel dire che oggi ancora siamo inguaribili Romantici: perchè in ogni cosa scaviamo, cercandone il senso ulteriore, il collegamento leopardiano, la tensione. In questo stirarci verso l'ignoto, l'infinito, il kantiano noumeno, ci perdiamo, ci uniamo e ci separiamo creando la scienza, l'arte, la nostra civiltà, espandendo la nostra egida sui Galli, o falcidiando con i nostri opliti, ardenti romantic, i feroci Persiani.
All'epoca della nascita del Regno, Dio era forte, presente, ma non pervadente: poteva struggere l'animo di chi all'infinito riversava il suo essere, ma lo streben era un'altra cosa.
Dio è Amore, come dicevamo, ma l'Amore appartiene ad una sfera del sentire che l'uomo scopre di possedere, che è sua, che lo descrive, lo limita e lo universalizza. Il nuovo giovane uomo (borghese) è il Regno, ed il Regno è lui, e se non ci sono libri sull'argomento, vorrà dire che si prenderà una penna e se li scriverà da solo.
L'uomo odierno si è evoluto e rimane in alcune persone ancora romantico, trivellatore dei buchi nel cielo tappati dalle stelle. Perchè le stelle, vi chiederete ora, visto che non v'ho risposto ancora.
Perchè è così che è nato il sentimento: la natura ha suscitato qualcosa, lo spettacolo che vi è oltra ha toccato una profondità che si è fatta sentire da un iniziale sentore, e Dio e lì dietro, dall'altra parte del palcoscenico, coperto da un sipario. Allora, tutto lega l'uomo e lo immerge come unità e come flusso.
L'uomo odierno si è evoluto, ma oggi il Regno sta per crollare, e quell'implosione mi pare dovuta ancora una volta al nostro principio fondante, il limite-tutto, che, come vedremo coi barbari, qualche falla ce l'ha.
Ma, intanto, dovremo parlar anche di come il funzionario del Regno vive oggi questo attacco al suo mondo, alla sua libertà relativa, figlia di un Dio benevolo e non pretenziosamente severo e figlio della superstizione. Io me lo immagino, in giacca e cravatta, portatile e trolley che, finalmente, in pubblico congiunge le mani, stringe a sè la figlia spaurita e la compagna di una vita, si piega sulle ginocchia, sul marmoreo pavimento del suo palazzo e sussurra:
"Venga il tuo Regno..."
Grida di barbari dalla radura.

Nella prossima puntata Gengis Khan che in questa non ci poteva proprio entrare.
Un grazie speciale a Baricco senza la cui intuizione non avrei potuto esaurire la mia.

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