AS HIMSELF

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Roma, Italy
He was born in a lazy tuesday.Just purple flowers around his cradle.Silence and purple flowers.The ancient Fathers whisper their secrets in his ears, before he went away, stolen by the wind, blessed by the moon."You are a travelling man" they said him.The roads of his life were just placed in the other side of our world, but when he became a man he felt the emptiness of the desert,and the acrid smell of the asphalt from the streets of the unknown. So he began writing poetry, singing against the night walls, searching for his home, taking his bag. He was a travelling man. And that's just a chosen destiny tale.

giovedì 22 maggio 2008

3. I'm Lovin' it!

"Libera nos a malo"
prendendo coraggio nei pugni chiusi poggiati sul pavimento, il funzionario del Regno conclude la sua preghiera tardiva, riesce ad alzarsi, lascia mogli e figlio abbracciati e impauriti e si dirige verso la finestra, il grande arco a tutto sesto che, fa poco, si è fatto costruire per accedere al balcone.
Ha ancora gli occhi chiusi.
Così esce fuori, il calore del sole è tenace sul volto e alla fine decide di farcela, di sollevare le palpebre. Niente.
Non c'è fumo in lontananza, non ci sono eserciti addossati alle porte del palazzo, ma, poi, di colpo, ancora quelle grida nel vento, grida violente che scuotono la terra alle radici. Il funzionario corre alla ringhiera del balcone, si affaccia e guarda di sotto, lo sguardo corre lungo le mura, fino al terreno: riconosce i nipoti di alcuni suoi amici, parenti, ragazzi sulla ventina, anche più piccoli.
Rimane inerme, basito.
I barbari sono entrati.

Eravamo rimasti qui la volta scorsa, ma ormai sappiamo che i barbari sono entrati. Chi sono i barbari? perchè non fanno macerie, saccheggi, fiamme, razzie? Dove sono i loro eserciti di pelli d'orso vestiti? perchè se ne sentono le spaventose grida, ma non le luccicanti asce? Dove sono i barbari e, soprattutto chi sono, perchè li chiamiamo così?
Cominciamo dalle ultime domande, procedendo con alcune brevi definizioni.

Barbaro (barbaros) è la parola onomatopeica che gli antichi Greci utilizzavano per denominare gli stranieri ( i "balbuzienti"), coloro che non sapevano parlare il greco, quindi non ne condividevano la cultura. Successivamente, con l'ellenismo, il significato venne a modificarsi: ogni uomo partecipe della cultura e della cività ellena era elleno, gli altri solo barbari incivili. Con il Cristianesimo il termine assurge a dare una definizione in ambito religioso, poi quando l'Impero Romano viene cristianizzato torna l'accento culturale che rispecchia le differenza con i non "romani", non cristiani e, pertanto, culturalmente di civiltà inferiore. Sono questi quelli che nella nostro comune ricordo scolastico-popolare sono i Barbari: Unni, Goti, Ostrogoti. Pertanto, il termine nasce con una accezione di separazione, per poi prendere la sfumatura negativa e, ancor di più, dispregiativa che arriva oggi nel nostro immaginario.
Sostanzialmente i Barbari ebbero a vincere il confronto con un Impero Romano già decadente (tenete bene a mente i tratti salientei di questa storia) e iniziarono così i noti Regni Romano-Barbarici.
Nella cultura cinese barbaro è sinonimo di tutte quelle popolazioni che erano oltre la cultura cinese (i Manchu, i Tartari, i Mongoli ecc...) e da cui la Cina doveva ripararsi, date le scorribande improvvise e violente che muovevano queste orde, spinte dal bisogno, dalla fame. Il primo imperatore cinese della dinastia Yuan fu Kublai Khan, nipote di Gengis, che dichiarò la zona di Pechino come capitale. L'ultimo imperatore celeste era mancese.

Prendiamo la prima definizione di barbaro, quella degli antichi Greci: diverso dalla culrtura greca perchè non ha nella sua sfera culturale quel linguaggio, il linguaggio dominante.
Franz Grillparzer (lo potete vedere bene sulla prima pagina di Wikipedia dedicata a Beethoven) disse del compositore tedesco: "Chi verrà dopo di lui non continuerà, dovrà ricominciare, perché questo precursore ha condotto l'opera sua fino agli estremi confini dell'arte".
Ancora Haydn, suo maestro e grandissimo della musica classica: "sacrificherete le norme alle vostre immaginazioni". Per non annoiare troppo userò con parsimonia le prossime due citazioni.
Ludwig Van Beethoven fu il battistrada tra il tempo dei Lumi e lo spazio dei Romantici, la sua composizione artistica racchiude entrambe le influenze e le rielabora, costruendo un modello iniziale, che molti del suo tempo apprezzarono, ma ammisero di non comprendere, altri, invece, semplicemente lo ritennero stravagante, un'esagerazione del modo organico di sviluppare le idee. Gli alti e bassi, il travolgente irrompere della musica come se fossero i sentimenti dell'animo, non erano cose da sovrani illuminati, nè tantomeno da razionali uomini di scienza, qualsiasi forma di scienza essa fosse. Era una divertente, ma anche pericolosa barbarie. Io oggi scrivo predecessore, loro ieri scrivevano eccentrico, egocentrico, interessato al bello, al superficiale. Beethoven invece scriveva:"Noi, esseri limitati dallo spirito illimitato, siamo nati soltanto per la gioia e la sofferenza. E si potrebbe quasi dire che i più eminenti afferrano la gioia attraverso la sofferenza.". Che se ne facevano i lumi della gioia attraverso la sofferenza? Era il messaggio borghese, romantico che stava per comporsi nella sua maturità completa. Era Beethoven che scriveva ai principi che loro erano così per nascita, lui era così come era grazie a lui stesso ed era proprio per questo che non ci sarebbero stati altri Beethoven. Col senno del poi, sembra che il mondo, come dicevo nello scorso capitolo, ricerchi ancora nella profondità delle cose la loro ragion d'esser, la musica suscita emozione perchè riposrta emozione e, in uno dei film (e libri) più importanti della rivoluzione giovanile "Arancia Meccanica", Ludwig Van è sempre il musicista preferito del folle e distorto Alex (ma ci sarà tempo per parlare anche dei rivoluzionari). Beethoven ha attraversato il tempo perchè è stato un barbaro vincente, un pò come Kublai Khan. E come il Khan, nipote del tremendo barbaro Gengis, divenne imperatore della civile Cina, così Beethoven, barbaro musicale celeberrimo, ha inconsapevolmente donato il suo Inno alla Gioia alla massima espressione della civiltà europea: l'Unione. E visto che questi noti Barbari sembrano succedersi gli uni con gli altri all'interno della civiltà costituita (riprenderemo il concetto nel quarto capitolo), perchè il pagliaccio dal capello riccioluto e rosso di MacDonald's oggi dovrebbe essere una barbarie? E se domani la soundtrack della UE fosse sostituita dal Jingle del noto fast food americano?
Ma cosa è cambiato in questa evoluzione storica: i mezzi, le armi, la cultura, ma non il personaggio principale, ovvero, noi, gli uomini. Gengis Khan impose la sua potenza militare, bellica, la sua predominante violenza, sviscerata dal nomadismo, dalla povertà, dalla necessità, sui popoli civili, ma ormai seduti sulle loro elucubrazioni filosofiche, in discesa senza accorgersene. Suo nipote divenne la civiltà.
Beethoven, ma anche altri suoi contemporanei, non imposero le armi, ma la loro arte che scavava negli animi, tirando fuori i sentimenti, producendo quel risultato di uguaglianza nei sentimenti che ci eguaglia e rende liberi. Questi uomini avevano fame di irrazionalità, necessità di non essere principi, bisogno di valere comunque. Davanti a loro una società ancora elitaria, statica, decadente senza la capacità di comprenderlo. La sua musica, le loro opere sono il patrimonio della nostra civiltà.
Ronald MacDonald si scatta le foto coi bambini, è un punto di ritrovo per i ragazzi che lo guardano e ridono, ha creato un luogo per chi deve lavorare e ha brevi pause pranzo, per le famiglie, la domenica, propone un pasto non ben identificato, ma dal buon sapore, quei colori, il jingle danno allegria, le persone chiacchierano, si scambiano informazioni velocemente, si divertono, i bimbi giocano sugli scivoli o con la sorpresa dell'Happy Meal. Le persone che frequentano questi posti fanno più cose insieme, interagiscono. MacDonald's è un'esperienza completa e accessibile a tutti, senza dovere avere doti artistiche, capaci di esprimere un sentimento. Il sentimento non c'è, c'è la sensazione, lo scambio, la capacità di comunicare rapidamente con un linguaggio facile. Davanti a MacDonald's, ai centri commerciali, ai Warner Village, ai Forum online, ma anche davanti alla casa dell'occidentale medio con cena frugale, poche parole, televisione, musica e computer accesi, ci sono i funzionari del Regno che ascoltano il loro Beethoven, arroccati sulle loro posizioni, senza capire che stanno cadendo, finchè non vedono dal loro balcone i nipoti che comprano il Big Mac Menu take away e guardano l'ultima puntata del Grande Fratello.
I barbari sono entrati e non ce ne siamo accorti, talmente presi ad attendere il loro arrivo.
I barbari siamo noi.

"Benvenuto signore, cosa prende"
"Due Big Mac Menu a portar via e un happy meal..."
"Due nonno, due!"
"Due Happy Meal"
"Un minuto ed è tutto pronto, carta o contante?"
"Carta"
"Kublai, smettila di dar fastido a tua sorella e prendi le cannucce, sennò non facciamo in tempo a vedere la prima puntata del GF"
"Okay nonno Gengis"
"Li scusi sono bambini"
"Non si preoccupi signore"
"Mi può dare altre bustine di ketchup?"
"Sì, certo"
I barbari...

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